Quando il Cambiamento parla a voce bassa
/Cerchiamo di non farci coinvolgere dalle polemiche e dalla confusione ideologica che si respira negli ambienti politici, invece lasciamoci andare all'ascolto, senza pregiudizio, di un discorso pronunciato da un nuovo residente di Palazzo Montecitorio. Si coglie chiaramente un segno di grande cambiamento che non è politico, ma preannuncia una svolta epocale, che prescinde dalle ideologie tradizionali, e risulta tanto forte quanto inaspettato..
Ascoltare personaggi politici richiedere una maggiore attenzione verso gli spazi costruiti, e sentire farlo in chiave diversa da quella legata ai soliti aspetti normativi, legislativi ed economici, risulta destabilizzante ma anche rincuorante.
A parlare è Dalila Nesci, giornalista e deputata alla Camera, in uno degli appuntamenti del seminario di filosofia dal titolo "Parole Guerriere". Il concetto espresso risulta contemporaneamente semplice ed innovativo, anche se non è la prima volta che un parlamentare propone di inserire la pratica meditativa all'interno del palazzo. Lo ha già fatto nel 2007 Fausto Bertinotti, contando sulla collaborazione dell'architetto Paolo Portoghesi. L'architetto era disponibile ad accettare la sfida per un luogo che doveva essere "di ispirazione ecumenica, in cui tutti possano interrogarsi sul senso dell'esistenza, tanto più di fronte al precipitare della barbarie, ai segni delle guerre e dei terrorismi che lacerano la comunità umana".
L'intervento della Nesci è però più attuale, anzi anticipatorio, perché fa riferimento ad una pratica meditativa laica, in sintonia con i contenuti presentati in occasione della Project Anticipation Conference, svoltasi in Trento nel novembre 2016. Negli atti della conferenza raccolti in un libro omonimo, con il sottotitolo "When design Shapes futures in architecture and urban design" (*), in particolare nell'articolo "Towards a Neuroscience-based and architecture driven Care of Self" , si parla di una crisi definitiva di strategie globali per i cambiamenti sociali. Mentre nel passato è stata la fede religiosa un riferimento imprescindibile, e solamente fino a qualche decennio fa erano le leggi economiche a farci da guida, almeno nel mondo occidentale, adesso succede che perfino il mondo scientifico fallisce nel suo ruolo di principale referente. La vera rivoluzione quindi non può che partire dall'individuo puntando sul rafforzamento del corpo e della mente, per costruire intelligenza emotiva e cognitiva, e quindi forza e indipendenza. "Una rivoluzione personale e intima, agendo su scala piccola e privata, lentamente darà alla nuova società una nuova pelle e, di conseguenza, libererà quella vecchia, con una progressiva metamorfosi. L'effetto domino che potrebbe seguire sarà tale da influenzare il patrimonio sociale, economico e politico dopo aver cambiato il nostro punto di vista, e renderci consapevoli di far parte di un sistema organico e armonico più ampio ... In questa generale trasformazione umano-centrica, l'ambiente costruito può svolgere la sua parte fondamentale nel plasmare i modelli mentali - oltre i semplici aspetti urbani - per l'auto-trasformazione e la rigenerazione. I microambienti su scala umana, facilmente collegabili a spazi e realtà preesistenti, possono essere attrezzati per migliorare la nostra risposta mentale e regolare i processi psicofisici modulando tutte le caratteristiche spaziali."
Concepire spazi per la meditazione significa aiutare l'individuo nella "cura del sè" e nella sua crescita morale, per iniziare una trasformazione socio-economica dal basso, in cui l'individuo non domina più uil sistema, ma ne diventa parte. Come non auspicare che questa pratica faccia parte dell'attività di un politico?
Me c'è però dell'altro nelle dichiarazioni riportate sopra, che fa riferimento ad una percezione di una architettura lontana dalla realtà attuale e quindi a volte anche incombente. Come conciliare allora il riferimento storico e culturale che l'architettura rappresenta con l'esigenza di contemporaneità legata ad un rinnovato concetto spaziale ?
Un'ambientazione solenne ed elegante, quale è quella delle aule e dei corridoi del palazzo Montecitorio o degli altri palazzi istituzionali preesistenti, può lasciare spazio ad interventi di integrazione per la creazione di microambienti attrezzati per migliorare la nostra risposta mentale e regolare i processi psicofisici ?
La risposta è data dall'evoluzione che ha già interessato altre strutture che, altrettanto anacronisticamente, si imponevano a realtà completamente diverse da quelle che le aveva concepite, come per esempio le chiese gotiche o neoclassiche. La Chiesa non è più quella istituzione egemonica ed autoritaria del Medioevo o del Rinascimento , eppure i suoi spazi concepiti in quelle epoche ospitano con disinvoltura nuove cerimonie religiose e nuove ritualità. I segni del passato vegliano su di noi come un promemoria, una costante ricordo della continua e lenta voluzione a cui l'essere umano è stato e sempre sarà sottoposto. Tocca a noi conteporanei saper gestire la transizione.
Nota (*) Project Anticipation - When Design Shapes futures in architecture and urban design - Conference Proceedings, 2016, Maggioli Editore