Gli spazi lavorativi sono cambiati ...di nuovo.
/A partire dalla metà del secolo scorso i luoghi di lavoro sono cambiati radicalmente, e non perché sia cambiato il tipo di lavoro, ma perché sono cambiati gli strumenti e si sta facendo luce sugli effetti dell'ambiente costruito sul benessere e sulla produttività.
Una volta esistevano uffici suddivisi in più stanze fisicamente separate tra di loro, ciascuna ospitante un numero esiguo di impiegati. Poi l'avvento di grandi corporazioni ha generato delle realtà lavorative di enorme scala e ha sviluppato il concept di spazi aperti organizzati con cubicoli distribuiti secondo geometrie più o meno rigide .
Questa configurazione riusciva ad assicurare un discreto livello di riservatezza, ma, con l'avvento dei grandi spazi privi di ogni separazione, quest'ultima è completamente scomparsa. Stiamo parlando di circa venti anni fa, quando alcuni studi di ricerca avevano dimostrato l'importanza di essere connessi l'uno con l'altro, per creare un modello interno dell'esperienza collettiva. L'isolamento non aiutava le persone a realizzare ciò che gruppi di persone di talento riuscivano a fare quando mettevano in comune le conoscenze, i talenti, le intuizioni di tutti. Ma esagerare in questa direzione è risultato deleterio.
Nonostante il cervello sia un organo sociale ci sono volte in cui la collaborazione chiaramente si oppone al buon funzionalmento del cervello. Le ragioni sono diverse. Pensiamo alle emozioni negative del singolo e alla facilità con cui possono diffondersi. Consideriamo quanto le personalità più deboli possano sentirsi sopraffatte da quelle dominanti. E cosa dire poi del problema sulla privacy, già evidente nelle soluzioni degli anni addietro?
Alla luce di queste analisi si spiega come mai gli uffici stiano cambiando di nuovo, e non solo per risolvere il problema di uno schema planimetrico indifferenziato, ma per essere allineati con i recenti risultati della psicologia comportamentale, sociale e della scienze cognitive.
La creatività è un requisito che aiuta a trovare soluzioni fuori dal coro e se si vuole garantire alle persone creative - e spesso introverse - di essere libere da interruzioni o dissipazioni di energia su questioni poco interessanti e per niente correlate al lavoro, sarebbe consigliabile attrezzare lo spazio con un adeguato numero postazioni individuali e isolate.
Succede quindi che, mentre Il precedente concept di ufficio si basava su una tecnologia all'avanguardia che tendeva a legare tutto insieme, ora le tecnologie lavorano in direzione opposta. Nuove soluzioni consentono un controllo preciso della propagazione del suono e della luce creando delimitazioni spaziali laddove non esistono separazioni fisiche. Inoltre la comunicazione wireless è molto migliorata, e non solo rende possibile sistemi sinergici attraverso la connettività IoT , ma rende possibile il lavoro a distanza e permette agli impiegati di partecipare alle riunioni mentre sono a casa o su un treno. Questa apertura alla mobilità mette in discussione anche il dimensionamento di un ufficio e rende concepibile una superficie di occupazione inferiore ai valori standard di riferimento.
Ci sono aziende che stanno riducendo gli spazi in considerazione di una superficie pro-capite e di un numero di postazioni inferiori agli standard dettati dal numero di dipendenti. Questo riduce gli sprechi dei costi per l'affitto dovuto al sottoutilizzo dei posti disponibili. La questione economica legata al mercato immobiliare è molto sentita specialmente nelle grandi metropoli come New York. Qui gli affitti raggiungono cifre da capogiro e costringono molti ad adottare soluzioni creative, come la collaborazione trasversale tra competenze, e addirittura il baratto dei servizi offerti. Si tratta di strategie per aiutare sia le piccole che le grandi imprese a gestire situazioni economiche instabili, quali quelle legate all'avvio di una nuova attività (per la prima) o quelle che vedono affrontare periodi di crisi economica (per la seconda).
Da considerare inoltre le soluzioni "open" del design d'arredo e dell'accessoristica, le quali richiedono una partecipazione e interazione con l'utente finale. Questi è tirato in ballo nella caratterizzazione del prodotto attraverso la scelta del colore, dell'assemblaggio e addirittura del tipo di utilizzo. SI tratta di una modalità progettuale flessibile che permette a tutti di partecipare attivamente alla definizione dell'identità dello spazio e del marchio per cui si lavora. La flessibilità diventa un tema importante non solo per sposare il concetto di spazio fluente, dinamico e partecipativo, ma anche per favorire una organizzazione più democratica e meno discriminatoria tra le diverse fasce impiegatizie. Laddove le postazioni non sono più fisse, ma interscambiabili, può accadere che la propria scrivania diventi la scrivania di qualcun altro, e viceversa. I dipendenti coinvolti nella creazione del proprio ambiente di lavoro e nella sua gestione meno gerarchica hanno maggiori probabilità di essere felici, in quanto vivono il loro ufficio come un ambiente domestico che li aiuta a identificarsi con la cultura dell'organizzazione e sentirsi liberi dagli assoggettamenti a regole poco esplicite e quindi frustranti.
Il buonumore è un requisito per essere più produttivi e, sebbene questa sia una qualità molto difficile da misurare, essa influenza l'efficienza e l'efficacia di una squadra di lavoro (intellettuale e non). L'architettura contribuisce non poco all'ottenimento di questi obiettivi, ma deve assolvere ad un compito delicato di mediazione con la reale politica aziendale. Nessun concetto spaziale può ottenere risultati positivi in termini di benessere e produttività se non dimostra coerenza e allineamento con le direttive dall'alto.