Può lo spazio accordarsi meglio ai nostri ritmi biologici?

Lo spazio costruito non è contenitore passivo delle nostre azioni ma è un elemento importante che plasma le nostre esperienze di vita, piccole o grandi che siano. Il connubio tra scienze e architettura è espressione di questa acquisita consapevolezza, e la ricerca applicata, dapprima concentrata su fattori ambientali più semplici, quali geometrie, luci, tessiture, si è poi anche rivolta ai sistemi più complessi, come i layout di arredo e la distribuzione degli spazi, per considerare gli aspetti relazionali e sociali oltre a quelli individuali. Esiste, però, un ulteriore aspetto che la progettazione architettonica ha ancora da mettere a fuoco, e cioè la dinamicità e la ciclicità che caratterizza la quotidianità dell’essere umano, espressione di una evoluzione millenaria nel sistema-natura e rispetto al quale lo spazio costruito deve fungere da interfaccia.

.Photo by Bill Oxford on Unsplash

.Photo by Bill Oxford on Unsplash

Il design biofilico è stato il primo settore a capire l’importanza che ha per l’uomo mantenere una continua connessione con gli eventi naturali, oltre che con i suoi elementi, insistendo sulla consapevolezza di essere parte integrante di un sistema armonico, ciclico, ma anche in continua evoluzione.

L’organismo umano ha integrato dentro di sé un sistema di orologi interni estremamente complesso, che segna e influenza il ritmo delle sue principali attività giornaliere. E’ anche vero il contrario, cioè che sono i segnali ambientali esterni, tra cui l’avvicendarsi del giorno e della notte, ad aiutare l’uomo a resettare questo orologio, assicurando il suo buon funzionamento.

Il ritmo circadiano, che è riconosciuto essere l’orologio principale, è un processo endemico che controlla non solo l’alternarsi del ciclo sonno/veglia, ma anche altri “orologi periferici”, cioè quelli relativi a organi e apparati meno evidenti ma altrettanto importanti. Pensiamo alle ghiandole deputate al rilascio degli ormoni, all’apparato digerente, oppure al sistema nervoso che regola le onde cerebrali, tutti sistemi responsabili dei cambi di umore e degli stati mentali.

Questi cicli non seguono tutti lo stesso periodo di 24 ore (si parla infatti di ritmi ultradiani e ritmi infradiani) ma si tratta sempre di fenomeni pulsanti, che seguono un andamento sinusoidale e mai costante .

Possiamo quindi asserire che il ritmo è un elemento fondamentale della nostra vita ? E che gli equilibri di uno stile di vita salubre sono spesso inficiati da soluzioni architettoniche statiche, ferme e indifferenti a quelle che sono le nostre diverse predisposizioni fisiologiche?

Come funzioniamo al meglio durante la giornata

Come funzioniamo al meglio durante la giornata

Il ritmo circadiano è un fenomeno che può funzionare a prescindere dai fattori esterni, seguendo il “free running”, ma questo sfasamento può causare, nel breve termine, stanchezza e irritabilità, e con il tempo e la ripetitività dell’errore, porta inesorabilmente alla formazione di malattie croniche gravi.

La cosiddetta luce blu del mattino (luce melanopica) che ci sveglia inibendo la produzione di melatonina, attiva indirettamente il rilascio di una serie di ormoni quali il cortisolo, la serotonina, la dopamina, il testosterone, ciascuna seguendo un andamento sinusoidale con tempi e durate diversi.

Certamente anche l’alimentazione ed il movimento sono elementi esterni responsabili della regolazione dell’orologio biologico, ma la luce rimane il principale stimolo.

Il cortisolo, con un andamento sinusoidale sfasato rispetto alla melatonina, ci predispone ad uno stato di allerta e a ottime capacità cognitive nel tardo mattino. Il pomeriggio, di contro, ci concede, per l’aumento di temperatura, un miglioramento delle capacità reattive e di coordinamento. La forza muscolare raggiunge il massimo livello poiché aumenta la velocità di propagazione degli stimoli nervosi e del metabolismo, facilitando la produzione di energia e migliorando la prestazione fisica. Succede poi che nella tarda serata la temperatura corporea incomincia a calare, e anche la diminuzione della luce naturale aiuta nel rilascio di melatonina e ci prepara al sonno.

Overview-of-the-circadian-rhythms-of-cortisol-melatonin-body-temperature-and-alertness.jpg

Detto questo sembra piuttosto logico dedurre che la nostra giornata, lavorativa o di studio, dovrebbe essere scandita da attività e da spazi che tengano presente le nostre dinamiche predisposizioni mentali e fisiche.

Alcuni recenti documenti istituzionali emanati con il patrocinio dell’OMS, quale il Piano d’Azione Globale, promuovono una maggiore consapevolezza per stili di vita più salubri, e abbozzano linee guida per l’innovazione delle organizzazioni lavorative, sia nell’ambito degli uffici destinati ai cosiddetti “colletti bianchi” che degli ambienti destinati al lavoro manovale. Sono esplicitamente condannate abitudini errate legate a politiche gestionali non attente alle esigenze psico-fisiche di base.

A Manifesto to End Boring Meetings, dal Wall STreet Journal

A Manifesto to End Boring Meetings, dal Wall STreet Journal

L’organizzazione degli spazi di ufficio, oltre a quelli scolastici che già sono sensibilizzati al problema, non dovrebbero ignorare questo principio. Immaginiamo che aree ben illuminate dalla luce mattutina siano destinate a sale per meeting, o per pause-pranzo. Tale scelta precluderebbe la localizzazione di postazioni singole di godere appieno dell’effetto stimolante e allertante della luce naturale del mattino, abilità non particolarmente richiesta in situazioni di convivio o di confronto.    

L’industria illuminotecnica è il settore che maggiormente ha recepito l’importanza dell’aspetto dinamico nella progettazione. Essa non solo riconosce l’importanza della luce naturale, ma supporta la ricerca applicata per la realizzazione di sorgenti luminose circadiane, capaci di gestire la qualità della luce non solo per l’attenzione ai nuovi parametri, quali la distribuzione spettrale, ma anche per gli aspetti biodinamici, che restituiscono toni ed intensità diverse a seconda del momento della giornata.

La cronobiologia, da parte sua, ha da tempo accettato la sfida per capire meglio il funzionamento dei diversi processi vitali e le implicazioni cliniche di questi meccanismi, tanto da lasciare che si facesse avanti il nuovo concetto di   cronoterapia, secondo la quale la somministrazione di farmaci a orari ben definiti possono aumentare l'efficacia, diminuendo le dosi e di conseguenza gli effetti collaterali.

In un‘ottica di prevenzione piuttosto che di cura perché, allora, non pensare ad una organizzazione, sia spaziale che temporale, che tenga conto degli andamenti variabili e ciclici del nostro organismo e del sistema che ci accoglie?

Il risultato potrebbe essere ottimo se si pensa che non solo verrebbero eliminati i fattori stressanti, specialmente legati agli spazi lavorativi e scolastici, ma verrebbe migliorata l’efficacia lavorativa grazie ad una maggiore efficienza fisica e mentale.











Comment

Giusi Ascione

Architetto abilitato dal 1992, LEED Green Associate, con un’esperienza decennale all’estero presso studi di progettazione internazionali (Burt Hill, EMBT/ RMJM, Forum Studio/Clayco). Rientra in Italia nel 2008 per avviare ABidea, dedicato alla progettazione e al retrofit. Nel frattempo presta consulenza presso Proger Spa, NeocogitaSrl, collabora con il GBCItalia. Consulente architetto per spazi rigeneranti e formatore di CFP per architetti, è coinvolta anche in attività di ricerca interdisciplinare centrata sulle relazioni tra il comportamento umano e lo spazio costruito. (EBD - Environmental Psychology)