Neuroarchitettura a Scuola : Primi Passi del Protocollo
/La Neuro-architettura è una disciplina ancora prevalentemente teorica. Essa si basa su principi di evidenza scientifica per valorizzare le potenzialità osmotiche degli spazi costruiti, cioè per creare ambienti rigeneranti e strumentali per lo svolgimento delle attività ospitate. Purtroppo capita che laddove il confronto interdisciplinare e la ricerca trovano consenso ed entusiasmi, nasce la perplessità su come affrontare la fase successiva, e passare dalle parole ai fatti, per confrontarsi finalmente con un mondo delle costruzioni fatto anche di norme, vincoli e soprattutto pregiudizi.
La progettazione della scuola a Palù (VR) è una occasione ghiotta perché riguarda l’ utenza legata alla fascia dell’età evolutiva, che è estremamente reattiva agli input dell’ambiente circostante.
Le difficoltà non esitano a presentarsi sin dal primo momento. Le normative nazionali più che le direttive locali dettano vincoli volumetrici, ed il budget si presenta piuttosto contenuto. L’aspetto positivo? L’entusiasmo e la buona volontà delle architette di Alighieri 50, e di alcuni membri della committenza, che hanno creduto fortemente in una progettazione integrata, mirata ad una qualità esperibile non solo a livello estetico e funzionale, ma in modo più profondo, viscerale e a lungo termine.
Il contesto territoriale anche rappresenta un punto a favore, poiché assicura una buona qualità dell’aria, una ottima vista del paesaggio e abbondante illuminazione naturale, nel rispetto del ritmo circadiano. Un orto didattico autogestito, il giardino/cortile a sud/ovest e un frutteto privato poco distante sono una ottima fonte di odori e profumi che non solo stimolano l’approccio conoscitivo multisensoriale dei bimbi, ma aiuta nella consapevolezza ambientale.
Il plesso scolastico, che comprende una sezione elementare ed una materna, rappresenta, a livello territoriale, una grande opportunità anche per arricchire il tessuto sociale, attraverso la politica dell’intersettorialtà e delle sinergie tra le diverse attività comunitarie.
L’approccio progettuale, e quindi la scelta distributiva delle diverse sub-attività, non sono frutto esclusivo di una logica funzionale, ma il risultato di un'analisi approfondita e distinta del comportamento dei bambini, dei docenti e del personale ATA. C’è alla base una volontà di creare aspettative ritmate da sorprese e conferme, e di rispondere all’esigenza di un processo di sviluppo mentale e sensoriale non ancora completo, che per i bimbi più piccoli è solo all’inizio.
L’atrio di ingresso, situato nella sezione elementare ad est, ha richiesto un’attenzione particolare nel dover conciliare il carattere di “spazio rappresentativo polifunzionale” e l’esigenza di ottimizzare l’esperienza per le utenze diverse e nelle diverse occasioni. Esso è preceduto da un ingresso volutamente compresso (l’altezza è ridotta e una luce rossa lo pervade) che aiuta a costruire la giusta aspettativa e quindi l’effetto sorpresa dello stesso. L’improvvisa dilatazione del volume si armonizza con la luce diffusa proveniente dall’alto, in un gioco di contrasti e di forme più fluide dell’elemento vasca, che lo distingue fortemente dal resto del connettivo. Lo specchio d’acqua, in asse con il cono di luce del lucernario, enfatizza la presenza della natura all’interno, oltre che creare un dialogo diretto con l’esterno grazie alla seduta a nastro che, replicando la stessa curva, guida lo sguardo fuori, fino al giardino a sud.
Un’aura di pacata autorevolezza, assolutamente non di autorità, investe quindi lo spazio di accoglienza, come una sorta di manifesto che induce i bimbi più grandi alla consapevolezza del percorso di crescita e di maturità rispetto ai primi anni della scuola materna.
Il senso dell’orientamento, importante quanto l’educazione alle forme, ai colori e alle profondità spaziali, richiede una intelligibilità dell’intero spazio che ne faciliti lo sviluppo. Per questo motivo è stata adottata una geometria di base regolare e semplice, con una percorrenza principale altamente intellegibile anche se mai scontata. I corridoi, dai colori neutri dall’effetto calmante, vengono in più punti interrotti e dilatati, trasformandosi da luoghi di mero passaggio in opportunità di riflessione autonoma e/ confronto a due, utili per il superamento di quegli occasionali momenti di disagio emotivo. Grazie alla cura del dettaglio offerto da un arredo dedicato e da una illuminazione fatta di fasci luminosi diversamente direzionati (siano essi naturali o non), questi sottospazi riescono a offrire il giusto livello di privacy ed intimità, appartando ma non isolando dal contesto.
Le aule didattiche sono differenziate tra loro per creare esperienze uniche che, adeguate alla fase di crescita, possano cadenzare il passare del tempo e sedimentare una ricca memoria storica.
Nella sezione materna si ricorre a stimolazioni più forti, grazie all’uso di colori più vivaci e saturi e all’adozione di un impianto planimetrico che rompe gli schemi tradizionali. Cinque lati, e non quattro, aiutano quindi a creare un’esperienza spaziale più articolata.In questa ottica di geometrie libere le altezze dei soffitti sono variabili, e accade che a volte questi ultimi si inclinino in prossimità della finestra, per creare giochi di riflessi inusuali e per stimolare la curiosità. Un gioco di nicchie lungo le pareti, particolarmente ricco nella sala dedicata alle pratiche meditative e al riposo, offre un’esperienza insolita di rifugio che, secondo i principi dei design biofilico, aiuta nella costruzione della fiducia in se stessi esd è risolutiva nei momenti di iperattività.